Purché se ne parli

Purché se ne parli… Tecniche di comunicazione

Resto sempre molto affascinato da tutto ciò che accade intorno a me o che leggo… proprio per il fatto che mi ritengo un osservatore. Osservatore… “curioso”  aggiungo. Infatti quando si verifica un qualsiasi evento, non mi limito a guardare il fatto in se, ma cerco sempre di comprendere quale sia l’effetto scatenante che ha fatto succedere questa o quell’altra cosa.

Una regola di base della comunicazione è “se cerchi di piacere a tutti, finirai per non piacere a nessuno”. 

Una sacrosanta verità. Nella vita bisogna prendere delle decisioni… delle posizioni… a prescindere da quanti ci daranno ragione e quanti ci guarderanno storcendo il naso.

Chi più chi meno, tutti riescono nell’intento di avere delle proprie opinioni e renderle pubbliche non fregandosene delle conseguenze che potrebbero scatenare in chi li ascolta o li legge.

Ma abbiamo anche una terza categoria di persone… Il provocatore.

“Il provocatore” chi è e come si riconosce.

E’ una persona che cerca il duello. Prende un “argomento” e lo cosparge di merda. Senza se e senza ma. Si consola del fatto che sicuramente qualcuno gli darà ragione e che qualcuno sentendosi “ferito” risponda alla provocazione. 

E’ quindi è la situazione ideale per il suo vivere. 

“I provocatori” mi ricordano un po’ i pescatori che vanno a pesca con le bombe… sapete come funziona? 

La barca si ferma in un punto, il pescatore tira via la spoletta alla bomba, la butta in acqua e quando la bomba è ad una profondità di 3 metri (forse più, forse meno) esplode, e “BAAANGGG”… tempo 30 secondi e tutti i pesci che sono nell’arco di una decina di metri dall’esplosione vengono a galla… morti dalla deflagrazione o storditi da essa.

Allora il pescatore, prende il suo bel retino e riempie le sue cassette di pesce.

Alla fine conta il risultato

questo si sa, ma aggiungo… è davvero necessario? di fatto il provocatore è (nel 99% dei casi) una persona capace, preparatissima e aggiungo meritevole di ammirazione, fino a quando non decide che è arrivato il momento di cominciare a spargere la merda…

Cosa fare? Ignorare come sarebbe logico fare… o rispondere alla provocazione sapendo che il provocatore ha comunque, oltre alla sua ben nota velleità polemico/combattiva, una nutritissima schiera di lecca-terga?

Per carità, non mi faccio paladino della giustizia, ed è chiaro che nel momento in cui parlo vuol dire che in qualche modo, la “bomba esplosa” ha toccato un mio nervo scoperto… ma se può aiutare, il mio intervento è volto a salvaguardare più che il sottoscritto, anche e soprattutto autori e capolavori della fotografia mondiale che come quei famosi pesci della pesca con la bomba… sono venuti a galla anch’essi.

Vogliamo vederla la bomba?

 

e questa una piccola selezione di “seguaci” del provocatore… risate, risate, risate, un paio di “hai ragione”, un paio di rincari della dose, e addirittura qualcuno che, già me lo immagino… messosi sulle spalle del provocatore, agitando la mano con il dito indice eretto come un docente universitario, avvalora ed elargisce insegnamenti di vita e soprattutto di fotografia.

 

Ma io perché mi sto impelagando in tutto ciò? perché mi sento chiamato in causa?

Benché io in passato abbia scattato foto di gente o anziani (come meglio precisano gli altri), da dietro in bianco e nero… è pur vero che anche “altri” lo hanno fatto…

Per carità mi sta bene che venga demolita una mia fotografia o tutte le mie fotografie, non essendo io né fotografo né tanto meno ho la presunzione di esserlo, ma quando si tocca il lavoro di “altri”, che rientrano nelle descrizioni qui sopra, quantomeno, me sento di dover dire la mia.

Con certe affermazioni sono stati buttati nel cesso capolavori della fotografia mondiale! 

forse chi ride, a differenza del provocatore, nemmeno sa dell’esistenza di tali fotografie… perché il provocatore lo sa, abbiamo detto prima che il provocatore è una persona colta e capace… ma “deve” provocare… altrimenti sta male. 

Vogliamo vederle le foto che rientrano nella descrizione del provocatore? persone di spalle, o che comunque non sanno di essere fotografate, anziani o di mezza età o bambini, foto di gente che cammina o che sta immobile…

Ne metto una che potrebbe parlare per tutte quelle che seguiranno… c’è la persona di spalle… ferma… che non sa di essere fotografata, ma c’è anche altra gente di faccia che non sa di essere fotografata… tutte sono ferme ma si muovono al tempo stesso in quanto sono su di un vaporetto e… chicca finale… è in bianco e nero. 

Questa foto di Gianni Berengo Gardin, definita un capolavoro da tutti oltre che da Henri Cartier Bresson, è stata cosparsa di merda dal provocatore… e cosa acora più assurda ridicolizzata dai lecca-terga… sinceramente lo trovo inaccettabile… 

 

© Gianni Berengo Gardini – In Vaporetto – Venezia 1960

“In vaporetto” è stata definita dallo stesso autore in una sua intervista, cito testualmente, “una botta di culo”. Questo fa presupporre una non pianificazione fotografica, un attimo fuggente catturato prima dall’occhio del fotografo e poi dalla sua Leica. Tipico di una fotografia street, benché il suo autore si definisca un documentarista, ossia uno che ama documentare momenti storici nei secoli attraverso la sua fotografia. 

Questa sua fotografia, esce fuori dall’ambito “documentaristico”. Non documenta molto, ma ciò che affascina è proprio l’intreccio di figure, l’uomo col giornale alle spalle del fotografo, immortalato nella schiena di quel signore di spalle davanti al fotografo appoggiato ad un vetro… Una street photography da manuale!

Procediamo… andiamo avanti anche se potrebbe bastare questa foto a parlare e sorreggere il discorso da sola.

Altra gente di spalle, in bianco e nero, ferma e che non sa di essere fotografata…

© Gianni Berengo Gardin – Lido di Venezia – 1959

 

© Gianni Berengo Gardin – Normandia – 1933

 

© Gianni Berengo Gardin – Venezia Piazza San Marco – 1959

Oh Gianni Berengo Gardin, perdona loro perché non sanno quello che fanno (e che dicono).

Scelgo un altro autore che tra i suoi capolavori ha gente descritta nella denigratoria definizione di street photography…

© Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos – 1959 ITALY. Rome. 1959.

 

© Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos – Hyères, France, 1932

 

© Henri Cartier-Bresson – Umbrella – Francia – Normandia 1926

 

© Henri Cartier-Bresson – Muro di Berlino 1962

 

© Henri Cartier-Bresson – Messico 1934

 

© Henri Cartier-Bresson – Toscana – Livorno 1933

 

© Henri Cartier-Bresson – Napoli 1960

 

© Henri Cartier-Bresson – Island of Siphnos. 1961

 

© Henri Cartier Bresson – Peter and Paul’s fortress on the Neva river, Leningrad, 1973

 

© Henri Cartier-Bresson – L’Aquila 1951

 

© Henri Cartier Bresson – Srinagar – Kashmir, 1948

 

© Henri Cartier-Bresson – Matera – Basilicata 1951

 

© Henri Cartier-Bresson – Simiane – La Rotonde 1969

 

Ancora convinti che siano fotografie da prendere poco sul serio? Oh Herni Cartier Bresson, perdona loro per le loro blasfemie…

Mi chiedo… ma se è vero che la foto la fa il fotografo… da quando in qua per avere una buona fotografia, il soggetto deve sapere di essere fotografato??????????

 

Il passato è pieno di esempi di grandi autori che con i loro “scatti a gente inconsapevole fotografata di spalle o meno, immobile o in movimento, giovane o anziana”, hanno FATTO LA STORIA DELLA FOTOGRAFIA!!!

 

Un altro autore che ammiro molto, sebbene già in passato abbia parlato della sospetta originalità dei suoi scatti, è Elliott Erwitt.

 

© Elliott Erwitt – Wilmington, North Carolina 1950

 

© Elliott Erwitt – Magnum Photos

 

© Elliott Erwitt – Magnum Photos

 

© Elliott Erwitt  ITALY. Venice. 1949.

 

© Elliott Erwitt SPAIN. Madrid. 1995. Prado Museum.

 

© Elliott Erwitt – Magnum Photos

 

© Elliott Erwitt  FINLAND. Helsinki. 2001. Tango dancers.

 

Anche qui, scatti a gente che non sa di essere fotografata. Scatti dal sapore street fatti quando ancora il genere street non era una moda, ma era un cogliere l’attimo. Pura fotografia.

Chiunque sostenga che questi scatti non siano degni di essere chiamati “buone fotografie”, vuol dire che di fotografia non ne capisce un c… 

Che poi oggi, in giro ci sia un’enorme quantità di foto di merda spacciate per street photography, è una altrettanta SACROSANTA VERITA’!!!

Ma anche di nudo ci sono delle foto di merda in giro… così come anche di (come la chiamano adesso) portrait photography, fashion photography, paesaggio, architettura e così via… il web è pieno di foto di merda!!! proprio perché ora la fotografia è alla portata di tutti, e non tutti sono fotografi.

 

Inoltre mi chiedo… è giusto denigrare uno stile fotografico soltanto perché non ne comprendo il valore o semplicemente non mi piace?

A me non piace il genere “fotografia macro”… non vado in giro a scrivere:

fotografia macro: uscire di casa alle 4 del mattino per arrivare in un prato all’alba, individuare una libellula che dorme su di un fiore e nebulizzargli l’acqua addosso con uno spruzzino dell’ikea, rompergli le balle con decine di scatti e flash negli occhi per poi scrivere… “la rugiada del mattino”… e altre cagate varie

non lo faccio… benché lo pensi.

Chiudo qui, e come sempre allego alcuni link interessanti che potrebbero interessare chi legge l’articolo.

Alla prossima.

http://trabuioeluce.com/esiste-la-street-photography/

http://elliotterwitt.com/lang/index.html

https://magnumphotos.com/photographer/henri-cartier-bresson/

 

 

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