Il primo post…
Vi do il benvenuto e mi presento…
Credo sia un blog il solo modo consentito oggi per poter parlare liberamente di Fotografia.
Credo che la Fotografia sia una cosa tanto bella quanto pericolosa e bastarda.
Sono Luigi Colangelo, un giovane appassionato fotografo, che come tutti o tanti credeva e sperava di fare della propria passione un lavoro… magari anche ben retribuito. Ma come sempre o quasi, succede che il “voler fare” non coincide con il “fare”.
Come stavo dicendo… credo che oggi, la fotografia sia la forma d’arte e/o di espressione, più inflazionata che possa esistere. Chiunque scatta foto, chiunque pubblica foto, chiunque si sente in diritto di giudicare foto, me compreso.
Al pari di… nessuno studia fotografia, nessuno compra libri e studia i libri dei grandi fotografi e nessuno vuole crescere né artisticamente né culturalmente… quasi nessuno (per fortuna me compreso… nei “quasi nessuno”).
Se la nostra aspirazione è ricevere like o pollici in su, i social ci aiutano a soddisfare tutti i nostri desideri… non c’è che l’imbarazzo della scelta. Ma quando un giorno realizzi che i like altro non sono che dei numeri privi di significato, e magari ti senti l’unico ad averlo capito, delle domande cominci a portele.
Capita che studi una foto, la pianifichi, prepari le ottiche, le luci, la location, il soggetto… ceselli la foto come si cesella una scultura in legno… truciolo dopo truciolo, dettaglio dopo dettaglio tutto prende vita. Capita che per scattare una foto uno possa anche arrivare ad investirci su dei soldi, che possono essere soldi per raggiungere il posto, soldi per pagare il modello o la modella, non considerando come costi l’apparecchiatura fotografica (sbagliando), quindi macchina, ottiche e luci in quanto tutto già pagato… Poi pubblichi la tua foto e, come è giusto che sia, questa riceve dei consensi. Le tue aspettative sono quasi appagate, fino a quando per sbaglio, prima di spegnere il pc non capiti sulla foto del gattino di turno e noti che ha circa settemila “like” in più della tua…
Ma come dicevo, i like sono un numero senza senso… anche se… di fatto rispettano quella che nei talkshow o nei talentshow chiamano “i voti della giuria popolare”… e allora? per vendere bisogna fotografare gattini? per avere dei numeri importanti bisogna avere due tette enormi e farsi un selfie con le labbra a cuoricino? voglio sperare di no… e come si dice… la speranza è l’ultima a morire. Io continuerò a fare la mia Fotografia, ma comunque qualcosa non torna.
Il problema è che non capita solo a me… la cosa ben più allarmante è che capita anche a maestri della fotografia contemporanea.
La fotografia sta andando nella direzione sbagliata. Anzi diciamo che sta correndo a 300 chilometri orari controsenso in autostrada di notte… a fari spenti.
Ecco allora che nasce l’idea di parlare di Fotografia, come? con un blog, con questo blog. Senza voler insegnare niente a nessuno, io ho creato questo posto come un posto dove accogliere chi come me crede ancora alla grandezza della Fotografia. Io immagino questo posto come il bar Giamaica, dove artisti, intellettuali, poeti, pittori e giornalisti erano soliti incontrarsi tra gli anni ’50 e ’60. Un luogo di ritrovo dove nessuno insegnava niente a nessuno, ma dove magari, tutti erano di ispirazione agli altri. Certo, ci mancherebbe, non mi sento come i grandi che frequentavano quel bar… Ugo Mulas, Lucio Fontana, Giuseppe Ungaretti, Dario Fo, Ernest Hemingway, solo per citarne alcuni, ma magari mi sento come il garzone del bar che portava i caffè e i cappuccini ai tavoli, origliando spezzoni di conversazioni di tavolino in tavolino, fino magari poi a farmi una idea e sposare questa o quella teoria figlia di…

Quindi cambiamo la domanda… non più “come emergere in un oceano di fotografi bravi e meno bravi? Come farsi notare? Come iniziare a fare della propria passione un lavoro?“… ma, dove è possibile resettare tutto e ricominciare con calma e dall’inizio? qual’è il punto zero? dove si può parlare della Fotografia? quella vera.
Io offro una sedia al mio tavolino, dove chiunque possa sedersi e cominciare a chiacchierare sensatamente di Fotografia. La Fotografia è terapeutica. Se ci avvelena l’anima vuol dire che stiamo sbagliando qualcosa.
In fondo qui riesco a fare quello che avrei voluto fare come lavoro. Fotografia parlata, e (si spera) buona Fotografia.
Basta contare i like delle foto… è una pratica che imbruttisce la gente. I consensi fanno piacere a tutti. I consensi sensati fanno piacere ancora di più. Fare foto per ricevere diecimila like è il modo più facile per fare foto mediocri… fare una “buona” foto è la sola cosa che conta.
Cominciamo a studiare la Fotografia. Ripartiamo da zero e, la butto li… se magari nessuno, e dico nessuno dei grandi Fotografi che studiamo abbia fatto foto a gattini o autoscatti con la bocca a cuoricino, ci sarà pure uno straccio di motivo… no?!? sebbene ci sia un grande fotografo che sui cani abbia addirittura fatto un intero libro… Elliott Erwitt, ma bisognerebbe guardarlo quel libro… conoscerlo.

Un invito alla lettura o quantomeno ad una presa visione, anche on-line di due grandi autori… due mostri sacri della fotografia. Ugo Mulas e Elliott Erwitt. Per chi non li conosce potrebbe essere illuminante. Per chi li conosce sarà sicuramente un piacere riprendere in mano i loro libri di Fotografia.
Chiudo qui.
Ci si legge al prossimo post.
Ciao Luigi, bellissima presentazione. È difficile trovare un giovane ( mi rifaccio a quanto hai scritto, su di te…) fotografo, che la pensa come te. Mi occupo di fotografia di scena (teatro e cinema), conversando con un “vecchio” direttore della fotografia si lamentava, del l’arroganza dei giovani registi, che forti dell’aver frequentato il “tale corso”, si sentivano esperti, non accentando (a torto) consigli. Io stesso, dopo quasi 40 anni di click, sento di avere ancora da imparare…
In attesa del tuo prossimo articolo… 😊
Ciao Zack, come dico sempre “è più ignorante chi dice di sapere tutto che non ci dice di non sapere nulla…” perché?
Perché chi dice di sapere già tutto ha una forma di CHIUSURA mentale che non lo porterà da nessuna parte, al contrario, chi dice di non sapere nulla, si dichiara disponibile alla cosa migliore che ognuno di noi possa fare… ASCOLTARE.
Rifiutare i consigli di chi ha fatto, per una vita intera, un determinato lavoro, equivale davvero ad una “autocastrazione” mentale.
Come giustamente dici tu, non si finisce mai di imparare. Anche a 100 anni la mia curiosità rimarrà “affamata” come oggi, così come la tua curiosità di sapere cosa, un “giovanotto” che ha più o meno l’età dei tuoi “click”, avrà da dire la prossima volta.
Siamo rimasti in pochi, ma per fortuna abbiamo ancora tanto da dire e da ascoltare.
Ciao Luigi
PS. complimenti per il tuo bellissimo lavoro.