Storie di Workshop
esperienze fotografiche da fare almeno una volta nella vita… perché la fotografia è una cosa seria!!!
Credo che qualsiasi fotografo amatoriale almeno una volta nella vita debba prendere in considerazione la partecipazione ad un workshop fotografico.
Se organizzato da un brand ufficiale, tipo Leica, Nikon, Canon etc. e il relatore è un fotografo affermato è ancora meglio… se poi il partecipante ammira, fotograficamente parlando, il relatore che terrà il workshop è perfetto.
Ma come sceglierne uno buono? e cosa si intende per buono?
Uno buon workshop è quello che ti insegna tanto e che, cosa più importante, ti offre tanti spunti di riflessione.
Un buon workshop è quello che scegli per l’argomento e per le tecniche utilizzate. Non bisogna pensare però, che in una full immersion di tre giorni si possa diventare dei grandi fotografi, ma di sicuro se fatto con lo spirito giusto un buon workshop sarà una iniezione di fotografia tale da farvi venire quasi una overdose.
Diciamo che il workshop mi ha fornito le chiavi. Chiavi di lettura. Lettura di cose che avevo già dentro di me, ma che non riuscivo a comprendere a fondo.
Mi è capitato di prendere parte al workshop Leica Akademie. Il relatore è stato Settimio Benedusi. Apparecchiatura fotografica Leica analogica. Pellicole Kodak bianco e nero. Tema… nudo analogico e sviluppo in camera oscura al fianco di Giancarlo Vaiarelli. Un fotografo può davvero desiderare di più?

E’ strano ripensare a come sono partito il venerdì e a come sono ritornato la domenica sera… se mi avessero detto in che modo ti stravolge un workshop, non ci avrei creduto. Tutti i partecipanti partono dallo stesso livello, sebbene possano non esserlo in realtà. Le differenze di trattamento non ci sono. Nessuno ti dirà che sei bravo o che le tue foto sono belle se davvero non sei bravo e le tue foto non sono davvero belle e… buone… tanto meno il relatore. Anzi, il suo occhio allenato, critico e “sazio di fotografia” non si emoziona tanto facilmente. E’ così che deve essere, spietato ma giusto. I complimenti immeritati non fanno crescere nessuno, mentre le critiche costruttive si, fanno crescere tanto.

Il giorno seguente, quello dedicato allo shooting, mi dirigo allo studio di Benedusi.
Entrare nello studio di un grande fotografo è come entrare nel suo mondo… Respiri fotografia. Tocchi fotografia. Fai fotografia.



Ho la fortuna di essere il quinto del gruppo. Posso vedere chi scatta prima di me, evitare di fare gli stessi errori e magari tirare fuori un buon risultato finale… in palio non c’è nulla. Non ci sono premi e non ci sono vincitori. Il premio più grande è solo la soddisfazione personale. Stop!


Avere lo studio di Benedusi a disposizione per mezzora e la sua consulenza a portata di mano, unita ad un apparecchio fotografico immortale e una splendida modella che ti rende il duro compito più facile del previsto, mi hanno fatto sentire bene. Sentivo che tutto era possibile. Ho fatto e detto le mie cavolate ma questo era chiaro. In fondo ero sempre io e tutti gli ingredienti sopra citati non hanno poteri magici. Aiutano… la magia è un’altra cosa.
Il mio progetto “simply beauty”.

Dopo di me uno dopo l’altro, tutti riusciamo a portare a casa il nostro lavoro.
Il bello del workshop… ogni persona presente è una potenziale fonte di ispirazione.


Sembrava aver visto tutto fino a quando non arriva il turno di Benedusi. Ebbene si, avere la fortuna di guardare un fotografo del suo calibro all’opera, stargli di fianco, sentire quello che dice e come lo dice. Ogni click della Leica è una bomba che fa sanguinare le orecchie… nello studio c’è un silenzio irreale. Non si sentono nemmeno più i rumori del traffico di un primaverile pomeriggio Milanese. Voce, click, ricarica, voce, click, ricarica, voce, click, ricarica…

I tredici minuti che seguiranno, ossia quelli della sua fase di shooting valgono da sole il prezzo del workshop.

Avrei voluto vederlo prima dei miei scatti, avrei voluto vederlo anni fa, avrei voluto che in quei minuti le lancette non corressero così tanto. Abbiamo “fatto tanta fotografia” in due giorni… tanta quanta una persona normale fa in cinque anni della sua vita. Abbiamo sfruttato la luce ambiente, luce naturale che proveniva da questa bellissima vetrata. Questa è la luce delle 18.30 secondo i miei dati di scatto. I rullini sono tutti pieni delle nostre immagini, non ci resta che aspettare il terzo giorno, quello dello sviluppo in camera oscura.

Se è vero che la magia non esiste, credo che il lavoro di Giancarlo e del suo team sia la cosa che più gli si avvicina. Una miniera di conoscenza.
La magia… cito la frase di un film eccezionale, “the prestige”.
“Ogni grande numero di magia è costituito da 3 parti. La prima si chiama PRESENTAZIONE: il mago mostra qualcosa di ordinario che naturalmente non lo è. La seconda si chiama COLPO DI SCENA: il mago trasforma quello di ordinario in qualcosa di straordinario. Non cercare di scoprire il segreto perché non ci riuscirai. Per questo esiste una terza parte chiamata PRESTIGIO dove succede l’inaspettato, dove vedi qualcosa che non hai mai visto prima”

Trovo strana e divertente questa foto. Entrambi vestiti di nero. Entrambi fanno fotografia. Entrambi con cappello a “cupola”. L’ingranditore Leitz di Vaiarelli è anche lui responsabile del mio innamoramento per l’analogico.






In definitiva posso affermare che un workshop serve al fotografo così come l’acqua serve alle piante. Come dico sempre… imparare sempre e comunque da tutti e da tutto. Ogni situazione può essere portatrice sana di stimoli. Il venerdì quando sono partito mai avrei immaginato di vivere questa esperienza così piena, così importante. Mai avrei immaginato nemmeno lontanamente la mole di lavoro che abbiamo svolto noi partecipanti e soprattutto il fotografo Benedusi, il quale è riuscito a star dietro e dirigere dieci fotografi amatoriali e non, e lo stampatore Vaiarelli, il quale ha sviluppato i nostri rullini e creato i provini a contatto dalle 20.00 del sabato sera alle 08.00 della domenica mattina (a loro due è dedicata l’immagine di copertina… ma anche un po’ a noi dieci partecipanti).
Il mio consiglio è, presto o tardi che sia, fatela questa esperienza. Ma se potete, fatela subito.
Tengo a precisare come ultima cosa che questo articolo racconta la mia esperienza personale e il mio stato d’animo… non è stato scritto né per fare pubblicità a Leica né tanto meno per far pubblicità al fotografo Benedusi o a Vaiarelli… non ne hanno bisogno. Campavano benissimo anche senza questo articolo. Se avessi avuto impressioni negative ne avrei parlato ampiamente così come ho fatto per quelle positive.
Ci si legge al prossimo post. Grazie dell’attenzione e a chi ha avuto la pazienza di leggere tutto.
Allego una selezione dei miei scatti di quella giornata… Chiudo.
Per chi volesse approfondire inserisco un po’ di link.
Settimio Benedusi http://www.benedusi.it/blog/
Giancarlo Vaiarelli https://platinotypist.wordpress.com/
Leica http://www.akademie.leica-camera.it/
Reportage molto bello, come le immagini che lo integrano (Ops… Per le immagini, meglio scrivere buone… 😊). Ti credo, avendo incontrato Settimio, in più occasioni… Durante eventi Canon ecc. Quindi un esperienza in “pillole” ma sufficiente…
Non voglio tirare in ballo il vil denaro, ma una full immersion di tre giorni, avrà sicuramente un costo, ed in tempi di crisi (come ora), quanti se lo possono permettere…?! Senza nulla togliere al valore dei due docenti, anzi…
Ciao Zack, grazie della lettura e del tuo commento innanzitutto.
Per rispondere alla tua domanda ti dico che alla fine non costa più di un weekend di vacanza fatto in una qualsiasi città italiana…
Con la differenza che il weekend non ti lascia nulla se non il ricordo “vacanziero”, mentre un workshop come questo ti da tante nozioni di base, tanti spunti di riflessione, la possibilità di avere docenti (Benedusi e Vaiarelli e altri), attrezzature (leica), modelle (due), scattare in uno studio di un professionista e averlo a tua completa disposizione per mezz’ora… stampatori che lavorano di notte per darti i provini a contatto la domenica mattina alle 08.00 e un ingrandimento creato dal tuo lavoro su pellicola con un ingranditore Leitz del 1940 (credo)… forse, a prescindere da quanto costa, queste cose tutte insieme, mai le avrai, avrò, avremo nella vita di tutti i giorni e soprattutto gratis…
Cosa voglio dire con questo? che in un workshop “investiamo” il nostro danaro per la nostra crescita culturale e fotografica… al contrario magari del weekend fuori porta, dove “spendiamo” danaro e basta.
Sono scelte.
Quanti se lo possono permettere? Se metti in un salvadanaio un euro al giorno, tra un anno (anche meno) sei li, in quello studio a scattare. E credo che un euro al giorno possono permetterselo tutti…
Grazie ancora Zack per il tuo interessamento.
Un caro saluto a te.
Luigi
Ciao!
Pensiero,il tuo, che condivido… In merito al prezzo… ero rimasto ad un WS, simile,
(sempre di Settimio), rinviato, per mancanza di partecipanti. La colpa (da parte della “rete”), imputabile ad il costo…
Ho incontrato Settimio, più volte, in occasioni “aperte al pubblico”… L’ho conosciuto solo in pillole, ma mi è servito, per fotografare meno, e pensare di più…
Complimenti per il tuo blog!
Alla prossima…
Zack.
Grazie a te Zack.
Grazie per la lettura, per il tuo commento e per i complimenti.
Continua a seguirmi.
Ciao Luigi