Il Limite
è giusto fotografare la povertà o handicap fisici?
secondo il mio parere la risposta è NO! per tanti motivi…
Uno fra tanti? vuol dire prendere delle scorciatoie, perché di questo si tratta. E le scorciatoie non sempre sono “nobili”.
Gli occhioni di un bimbo africano affamato, magari pieni di lacrime, magari con una mosca che ci cammina vicino, è una scorciatoia. Nessuno può negare che questa immagine, vista milioni di volte, abbia sempre suscitato la stessa medesima
reazione frase o pensiero tipo… “… poverino… che tenerezza che fa…” oppure “… povera creatura…” etc etc.
Non c’è street che tenga, non c’è reportage di viaggio che tenga… questa è una cosa che NON va fatta.
Mi sono sempre chiesto se tutti i fotografi che hanno immortalato quel famoso bimbo africano abbiano poi anche avuto il coraggio, una volta tornati a casa, di fermare uno sconosciuto… il papà di un bimbo italiano per esempio… magari una persona “importante”… magari davanti ad una scuola… e chiedergli se potevano fare una foto a suo figlio per poi pubblicarla su internet…
Credo proprio di no!
e la differenza sta proprio nel fatto che in Italia, davanti alla scuola la scorciatoia per il fotografo non esiste… esiste un più probabile pericolo di denuncia, o nel peggiore dei casi di un cazzotto in faccia da parte del padre, per non parlare poi delle liberatorie non firmate.
In Africa invece, quel bimbo affamato e solo, che forse non sa nemmeno cosa sia una macchina fotografica perché non ne ha mai vista una o forse perché è sempre stato impegnato, fin dalla nascita, a preoccuparsi di sopravvivere, quel momento lo vede ma non lo comprende…
Nessuno si nasconda
lo abbiamo fatto tutti… chi più chi meno, anche io. E il problema fondamentale è che abbiamo anche cercato delle scuse con noi stessi per giustificarci con la nostra coscienza. Passi una volta, due, tre… poi però bisogna ravvedersi.
Il problema è che la foto al bambino africano se è solo una foto rubata è squallida e sbagliata e soprattutto non serve a nulla. Se invece è parte di un racconto, un reportage dove una comunità ti accoglie e ti concede di fare fotografie, per far si che i loro problemi arrivino a tanta altra gente attraverso le tue foto, attraverso il tuo racconto, allora sì… è concesso anche fotografare non solo gli occhi dei bambini, ma anche la morte.
La sottile differenza sta tutta li… dobbiamo porci la domanda:
La foto che scattiamo chi aiuta?
aiuta noi ad avere più like sui social o aiuta tanti ad avere più voce per sperare di risolvere i loro problemi?
Troppo spesso ho visto foto che abusano della “impotenza” dei loro soggetti, e troppo spesso ho visto valanghe di like a foto che andrebbero censurate senza mezze misure, foto che non rispettano la dignità umana.
La foto all’handicap fisico visto milioni di volte per le strade o ad un senza tetto è riconducibile in tutto e per tutto alla foto del bambino africano… così come entrare, per esempio, in un ospedale e con il nostro smartphone fotografare senza essere visti, un anziano che soffre nel suo letto… utilità ZERO… scorciatoia sicura…
In un mio articolo precedente ho parlato di quanto sia importante conoscere ciò di cui si parla… trovate l’articolo qui http://trabuioeluce.com/lidea-rivoluzionera-mondo/ dove si evince la necessità spesso troppe volte sottovalutata di essere parte di un progetto.
Il progetto
l’handicap fotografato e descritto da chi lo vive ogni giorno ha una valore diverso…
il senza tetto fotografato e descritto da chi vuole aiutarlo e quindi vive e sente quella situazione per aiutare chi è meno fortunato di lui, ha un valore diverso…
il malato nel letto di ospedale fotografato per denunciare la malasanità o la condizione e la dignità umana arrivata alla fine del suo tempo, ha una valore diverso…
gli occhi di un bambino africano fotografati per denunciare povertà, maltrattamenti e abusi di gente che non ha niente, ha un valore diverso.
Ecco che allora la differenza sta tutta lì.
Nel valore…
il valore che ha un progetto fotografico socialmente utile, sarà un milione di volte superiore al valore che ha una foto rubata di un problema umano.
Terry Richardson, grande fotografo contemporaneo ha parlato, attraverso le sue fotografie di tante cose… tra le più scioccanti a mio parere sono le foto che fece a sua madre sul letto di morte in ospedale… Personalmente non ammiro Terry Richardson come fotografo, non ammiro le sue foto e non ammiro il suo modo di fare… primo tra tutti il ritrarre la propria madre nel momento preciso della sua morte…
però, però, però…
c’è da riconoscere a Richardson che almeno ha eseguito negli anni un unico grande progetto fotografico… ossia quello di documentare TUTTO, e sottolineo tutto, quello che succedeva nella sua vita… compreso la morte della madre o le foto delle copertine dei DVD per adulti all’interno di un sexy shop o l’insegna del ristorante dove entra per mangiare o la soggettiva del rapporto sessuale che sta avendo… tutto ciò che gli occhi di Richardson hanno visto, vedono e vedranno, la macchina fotografica lo immortala…
Ecco in questo caso, e in pochissimi altri a dire la verità, sarei disposto a giustificare “i famosi” gli occhi del bimbo africano…
ossia… fotografo tutto?
nel tutto ci sono anche gli occhi del bimbo, anche se di quel bimbo non conosco niente. D’altronde fotografare tutto, significa che il cinquanta per cento o forse più delle cose che ci passano davanti, sono a noi sconosciute o che non ci interessano… saranno cose tra di loro scollegate… ma faranno comunque parte di un unico grande progetto… il progetto del TUTTO, che a dirla tutta è parecchio complicato anche lui…
Come sempre ognuno faccia ciò che vuole, io offro solo degli spunti di riflessione, nulla più. Chi vuol capire capisca, chi vuol far finta di niente faccia come crede e chi crede che cambiare modo di pensare non è poi così difficile… provi a farlo… magari gli piace anche di più.
Chiudo qui, scusandomi per l’attesa e sorridendo per essere tornato di nuovo dietro la tastiera a scrivere di ciò che amo. Lascio come sempre qualche link interessante per chi volesse approfondire l’argomento.
Il diario fotografico di Terry Richardson: http://terrysdiary.com/
http://trabuioeluce.com/fare-fotografia/
http://trabuioeluce.com/mi-compro-la-macchina-fotografica/
Ci si legge nel prossimo post.